Thursday, April 25, 2013

LIBERTA'

Oggi non sappiamo più cosa significa questa parola, cosa ci ha insegnato nel corso degli anni tramite i nostri padri, i nostri nonni. Oggi vediamo dei manichini impettiti deporre corone alla memoria di chi ha combattuto. I nostri nonni ci hanno raccontato la loro lotta contro i fascisti ed i nazisti. Ma noi, cosa racconteremo ai nostri figli, ai nostri nipoti?
È vergognoso pensare di dover raccontare di tangenti, di uccisioni politiche, di governi inesistenti, del delitto Moro e della caduta di Craxi. Cosa possiamo raccontare loro di cui rendergli orgogliosi come io lo sono di mio nonno! Per tanti ormai questa giornata non ha più alcun significato, è soltanto un occasione in più per le ferie o i ponti al lavoro....ma chi ci crede veramente come me?
Io vi regalo questa, da una canzone partigiana...

"l'alpino ha una penna, il bersagliere ne ha cento, il partigiano non ne ha nessuna ma sta sui monti a guerreggiar. Quando viene giù la neve, la tormenta dell'inverno, venisse giù anche l'inferno, lui rimane la sui monti a guerreggiar!"

Saturday, April 13, 2013

LA PRIMAVERA BUSSA ALLA MATTINA.....

listen: "fegato spappolato" Vasco Rossi



Sabato mattina, fuori c'è il sole, la natura, e gli uccelli cinguettano manco fosse primavera.....ma aspetta un attimo! E' primavera!

Ma allora posso uscire, fare una passeggiata, magari al mare, è primavera!

No no, aspè, potrei fare un giro in bici, e pedalare agevolmente con la mia musica nelle orecchie, è primavera!

Anzi no, potrei fare un giro al parco, respirare aria buone e profumo di resina di pini, è primavera!

No no, la migliore, mi piazzo fuori al balcone di casa mia, al sole e leggo i miei fumetti, è primavera!

E invece no, qualche Dio cattivo e feroce ha decretato che devo fare le pulizie di casa! Sono una filippina, ho ribaltato tutta casa, ora brilla che sembra quella delle pubblicità di viacal....ma a quale prezzo?....perchè hai fatto il mondo così triste Dio?

Sunday, April 07, 2013

SLOW LIFE

Quanto ce lo concediamo? Quante volte ci fermiamo per guardarci intorno? Davvero troppo poche credo. Ecco, dovremmo concederci un po' più tempo per rallentare. Purtroppo la vita è come una tratta di autostrada, dove la cineticità ci tratteggia la via in maniera triangolare, nascondendoci la bellezza del paesaggio che ci scorre accanto dal finestrino. Oggi credo di aver rallentato, e mi sono concesso uno sguardo fuori. Anche andando in macchina, ho mantenuto una velocità blanda, proprio perchè volevo vedere la campagna intorno a me. Ho visto la rigogliosità del verde nei campi, dei piccoli fiori gialli e lilla, che conferivano al panorama le cromie dei quadri di Vangog. Ho visto nettamente la vita di un paese, sempre uguale ma inevitabilmente sempre diversa, fatta di riti: il giornale, la pasta all'uovo ed il caffè al bar, i battesimi e la messa, oppure la passeggiata lungo il corso fino in piazza. Mi sono concesso una chiacchierata con mia Madre, e mai come oggi quella foto sulla lapide mi ha fatto male, mai come oggi mi è mancata la sua voce squillante e la sua risata. Ho gustato con estrema lentezza il mio caffè, il mio zucchero di canna e la mia acqua mentre sfogliavo il giornale e le notizie mi scorrevano sotto gli occhi. E poi che dire della musica in macchina e di quella che sto ascoltando adesso? La meraviglia dei ravioli fatti in casa da Rita, e la chiacchierata con mio Padre!
Dovremmo per quanto possibile, rallentare e guardare, scoprire e godere di ogni piccola cosa o sfumatura. Ad esempio ieri con Ra e Mirko, si parlava e ci si meravigliava di come le giornate si stiano allungando. Questa è una consuetudine che ci accompagna da trentacinque anni ormai, ma ieri, come dei bambini ci siamo ritrovati a stupirci di un fenomeno fenomenale che la natura ci regala dall'alba dei tempi. Rallentiamo.....osserviamo e meravigliamoci di quel che scorgiamo tra le linee di velocitá della nostra autostrada. Viviamo amici miei, viviamo.

Friday, April 05, 2013

ACTARUS

Il 4 aprile 1978, andava in onda in Italia la prima puntata di Goldrake, questo è un mio piccolo omaggio.

Conobbi Actarus che ero un ragazzo.
Mi è sempre sembrato un tipo strano, uno a cui importa poco di tutto e tutti. Sempre solitario, sempre più legato ai suoi cavalli che agli uomini, sempre da solo seduto sotto una quercia a suonare la sua malinconica chitarra. Sapete, uno di quei tipi che ....se cascasse il mondo, io mi sposto e continuo per la mia strada, al contrario degli altri membri della fattoria di Rigel.
E poi, Venusia innamorata di lui, lo si vedeva da un miglio lontani, anche se lei nagava ferocemente. E Mizar, che pendeva sempre dalle sue labbra, ma si sa, i ragazzini subiscono molto spesso il fascino dei tenebrosi. Soltanto io ero così diffidente verso di lui? Persino il dottor Procton, suo padre, aveva quasi un timore reverenziale verso di lui....ma chi era questo Actarus? Inutile dire che l'ho provocato di proposito più di una volta, ma lui non ha mai reagito, anzi, ha incassato perfino qualche pugno da me, ma non è servit
o a nulla.

Io mi trovavo al centro spaziale per i miei studi, una sorta di tirocinio, d'altronde avevo dato prova di capire l'argomento spazio/alieni. L'occasione si presento un giorno, anzi meglio, una notte. Ero intenzionato a scoprire cosa nascondesse quel ragazzo misterioso....così distaccato, quasi alieno? In fondo non somigliava neanche a suo padre! Insomma Lo seguii, e nella radura dietro la fattoria lo vidi, in piedi immobile come una statua di sale, scrutare il cielo e guardare la luna piena in maniera davvero sospetta. In realtà quella luna mise l'inquietudine anche a me, non l'avevo mai vista così grande, ma soprattutto mai tinta da un rosso così intenso, sembrava fosse bagnata di sangue!La disparazione si stagliò sul volto di Actarus, cosa accadeva? Perchè ebbe quella reazione? "NO! Questa volta non ve lo permetterò!" disse " non mi porterete di nuovo via tutto!" Io non capivo, con chi poteva avercela? Mentre me ne tornavo a letto immerso in questi pensieri, era ormai l'alba, e l'allarme del centro spaziale si intromise tra me e la strada da fare....Corsi già in uniforme, e salii sul mio T.F.O. mentre Proctor mi richiamava dalla radio, e sul mio radar apparii qualcosa, avevano una strana formazione, totalmente randomica, e sembravano davvero mezzi venuti fuori dalla mia fantasia, erano ufo.
Cercai di stabilire un contatto, ma l'unica risposta che ebbi fu il loro attacco, il mio non era un mezzo da combattimento come il mobile suit che pilotai precedentemente, per cui l'unica mossa in mio potere era quella di evitare i loro attacchi e di attirarli il più lontano possibile dal centro e dalla fattoria. Mi vidi perduto quando tra i loro laser, un ufo ben più grande si stagliò sul mio orizzonte, e mentre pensavo a come cercare di sfuggirgli, questo cambiò la sua forma in un orribile mostro rettiliforme! D'un tratto vidi il sole spegnersi su di me e dei rotori fatti di lame lacerare e distruggere i minidischi, raggi laser come fulmini disintegrarne altri, e poi si manifestò ai miei occhi......il più grande disco volante che potevano contenere i miei occhi. Ma c'era qualcosa di particolare in quel mezzo enorme, sembrava che nel disco fosse incastonato un enorme robot. Non emetteva suoni o rumori, sembrava quasi fosse immobile, mentre impercettibilmente ingaggiava battaglia con il mostro robotico. Cercava di tenergli testa in tutti i modi, finchè con voce metallica il nuovo ufo gridò "Goldrake, avanti!"la fusoliera che gremiva il busto del robot si aprì, lasciando uscire un corpo d'acciaio di 30 metri, che si scagliò contro il mostro urlandogli "Questa volta non vi permetterò di distruggere anche questo pianeta, vi fermerò! Alabarda spaziale!" E da gli alloggiamenti sulle sue spalle, le due lame incastonate si di esse si trasformarono in un enorme alabarda che il guerriero d'acciaio impugnava a due mani! Lottò tenacemente con il mostro e lo sconfisse grazie ad un raggio laser che scaturì dalle grandi corna gialle , ma per me non era finita, l'ultima formazione di minidischi rimasti mi era alle calcagna e venni colpito dai loro laser. Cominciai ad avvitarmi avvicinandomi inesorabilmente al suolo, quando l'enorme mano del robot mi afferrò, e con l'altra distruggeva i moscerini che gli davano fastidio, fu allora che li vidi. Scrutando nella cabina di pilotaggio incastonata nella bocca del robot, c'era lui, con un uniforme da guerriero alieno, con un casco che celava il suo viso, ma lasciava spazio all'altezza degli occhi, ed essi io vidi.....avevo già visto quegli occhi tristi e consapevoli, duri e dolci allo stesso tempo. Gli occhi di chi ha vissuto su di se guerra distruzione e morte, gli occhi di chi ha il coraggio ora, di porsi tra il male e gli innocenti da difendere, quelli erano gli occhi di Actarus!

Da allora combattiamo una guerra senza quartiere contro gli invasori della nebulosa di Andromeda, gli abitanti della stella Vega. Aiuto Actarus con il mio spacer 2, e niente può fermarci finchè lottiamo uniti con lo scopo di difendere il pianeta terra. Actarus non può e non vuole perdere la sua casa su questa terra, dopo aver perso la sua natale stella Fleed, perciò combatte e combattiamo per la libertà, per la sopravvivenza!

Così conobbi Actarus, dimenticavo, io sono Koji Cabuto, o se preferite Alcoor.