Monday, November 14, 2011

VITTIME....NON LO SIAMO TUTTI?.....

Con questa frase Erik Draven colpisce a morte Tin Tin in un vicolo oscuro di una New York tetra, cupa, a tratti raccapricciante, in cui si muove la sua anima tormentata tornata direttamente dal regno dei morti per portare la giustizia che in vita non è stata donata a lui e Shelly, la sua ragazza. A guidarlo alla caccia dei suoi aguzzini è un corvo. Si narra che i corvi siano il sentiero che porta indietro le anime bisognose di giustizia, di vendetta, che siano il tramite tra coloro che sono vivi e coloro che non lo sono più.
Nei primi anni 80, James O'Barr creatore del comic book "Il Corvo" porta tra i media del fumetto questo nuovo eroe solitario, un uomo che uomo non è più, una sorta di invincibile vendicatore  urbano, che per una determinata missione ha l'opportunità di tornare indietro. Questa è la storia di Erik Draven e Shelly Webster, giovani ed innamorati, che nella notte precedente ad Halloween, vengono brutalmente uccisi da un gruppo di balordi, che costringono Erik a guardare mentre Shelly viene stuprata prima di morire. La tragedia fa si che nelle alte sfere qualcuno si impietosisca e che permetta ad Erik di tornare nel mondo dei viventi per poter vendicare lui stesso e la sua amata dal delitto atroce che hanno subito. Così egli, guidato da un corvo, e vestito come un pierrot dark si mette sulle tracce di Top Dollar e la sua banda. Li troverà uno per uno riportando la giustizia sulla memoria di entrambe le vittime dell'eccidio prima di tornare a riposare per sempre.

Dal fumetto di James O'Barr, nel 90 venne tratto un film di grande successo, con l'omonimo titolo, e che come interprete principale, nel ruolo di Erik Draven aveva  Brandon Lee, figlio del più famoso Bruce. Fino a quel momento Brandon aveva avuto l'opportunità di recitare in poche pellicole di scarso successo. Quello de "Il Corvo" sarebbe stato il ruolo che lo avrebbe potuto consacrare come l'ottimo attore che era destinato ad essere. Purtroppo questa pellicola ha contribuito  a creare un mito, dato che durante le riprese Brandon viene ucciso accidentalmente da un colpo sparato da una pistola di scena che avrebbe dovuto essere caricata a salve, ma che per una disattenzione madornale da parte dello staff tecnico, aveva in canna un frammento della precedente carica che fuoriuscendo ha ferito mortalmente Brandon.

Proprio ieri ho rivisto questo splendido film in dvd. e devo dire che riguardandolo ho colto, come spesso accade delle piccole sfaccettature che nella prima visione sfuggono, delle piccole chicche che contribuiscono a rendere grande la pellicola. Il regista Alex Proyas, noto prima di allora soltanto come direttore di videoclip, imbastisce un ottima trasposizione, rimanendo il più fedele possibile al fumetto, ma aggiungendo o togliendo piccoli particolari che non rovinano la fluidità della storia. Un film drammatico come lo è la storia del protagonista, con un ottima colonna sonora che va dai "Cure" agli "Stone Temple Pilots" passando per i "Nine Inch Nails" e tanti altri. Con una fotografia a tratti superba, che mantiene un caratteristico taglio fumettistico, media da cui è stato tratto questo film, fatto di chiari e scuri, permeato di un rosso acceso come il fuoco o il sangue che viene versato letteralmente  dai protagonisti.
L'interpretazione di Lee, gli avrebbe sicuramente garantito ruoli migliori e maggiori in futuro, purtroppo per lui non ci sarebbe stato fututro. E' triste perdere personalità di questo calibro per delle sbadataggini da parte degli addetti ai lavori, è triste pensare come per il collega Heat Ledger che non potremo godere di loro nuove interpretazioni e della loro bravura in questa arte. Di loro, di Brandon Lee ci rimarrà il mito, il sorriso di un ragazzo che ha amato quel che faceva e la passione per una forma di comunicazione diretta come il cinema che spesso oltre a grandi attori ci regala anche grandi uomini.....
Ciao Brandon,  a presto.....LE CASE BRUCIANO, GLI UOMINI MUOIONO....MA IL VERO AMORE E' PER SEMPRE....

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